"Andrò dove Gesù vorra'"

Ormai Teresa dovrà ricordarsi sempre della lontana profezia che la Madonna le fece nel 1951: "Nel 1968 tu lascerai la tua famiglia per volontà del Padre, e andrai ad abitare da sola. Là troverai il Padre spirituale che ti confesserà, e potrai confidargli tutto. Poi troverai il fratello spirituale...".

Di nuovo il 2 novembre 1960 l'Angelo Gabriele le ricorda: "Gesù vuole che tu faccia il sacrificio di lasciare questa casa... e i tuoi cari"; e tre giomi dopo:" Gesù vuole che tu vada via da questa casa, se non vuoi che il Signore prenda in Cielo i tuoi genitori".

La pena di Teresa alla richiesta di tale sacrificio è così grande che non sa come superarla: "Cercavo di lavorare ricamando, cucendo, ma gli aghi mi si infilavano nelle dita...".

Ma infine riesce a superarsi, e scrive lei stessa: "Voglio l'abbandono completo in Gesù! Solo Lui mi ama e solo Lui voglio amare!... Qualunque cosa mi costi, lascerò questa casa che tanto amo, e tutto il resto con essa. Andrò dove Gesù vorrà...".

Dopo questo atto di abbandono passeranno ancora degli anni di torture che porteranno Teresa sempre più su, verso il Calvario.
Tra l'altro, le condizioni di salute peggiorarono talmente che fu necessario il ricovero, non più a Caserta, ma a Napoli, al Cardarelli, dove per sei mesi di fila fu assoggettata inutilmente a cure, interventi, esperimenti, tentativi di ogni sorta da parte dei medici che non riuscivano a raccapezzarsi.

In effetti la cosa bella di questi sei mesi fu l'edificazione che Teresa diede con
la sua inalterabile capacità di soffrire e di offrire, pur in mezzo agli spasmi più
terribili del corpo straziato.
Altra cosa bella fu la preghiera del Rosario che Teresa riuscì a diffondere e a far recitare fra molti ammalati, uomini e donne. "Era molto commovente - scrive Teresa - vedere tutti così raccolti".

Altra cosa bella, infine, fu la carità di Teresa a sen/izio degli ammalati.
Avendo tempo a disposizione, volle imparare a fare le iniezioni. Il medico l'accontentò ed ella si mise all'opera mattina e sera. . Gli ammalati la volevano, la preferivano, finendo col credere che fosse un'infermiera; ed ella ne approfittava per fare iniezioni non solo di medicina materiale, ma anche di medicina spirituale; e quanti ne rawicinò a Dio con la parola e con l'esempio!
Ma dopo sei mesi di torture, anche la permanenza al Cardarelli si concluse con un pieno fallimento della scienza medica. Fu lo stesso medico curante a dirle:
"Figlia mia cara, vattene a casa e non andare più in giro!...!.

Tornò a casa, dopo aver preaWisato i suoi. Ma trovò le porte di casa sprangate!
L'atteggiamento del padre e di tutta la famiglia, ormai, era sempre più decisamente ostile a Teresa. E questa povera creatura, che già nel 1964 si era offerta come vittima alla divina giustizia per la salvezza delle anime, si sentì spinta soprattutto ora - in questi frangenti dolorosi e terribili - ad offrirsi tutta a vantaggio dei Sacerdoti. Commovente la sua preghiera di offerta: "Gesù, Tu lo sai. Se io avessi mille vite e milioni di vite, le sacrificherei tutte peri Sacerdoti".
Ma tutte queste generose, eroiche offerte di dolore non potevano che accrescere le torture e gli strazi di questa creatura. Lo voleva lei! E nessuno poteva capirla!
E così ritorna la commedia della fattura e il ricorso del padre, questa volta , non più al Sacerdote, ma ad un fattucchiere della zona, che in due sedute si fa pagare profumatamente e fa tomare a casa Teresa carica di percosse e tutta bagnata con acqua contro le fatture! Al papà, Teresa non si trattiene dal dire:
"Papà. se è vero che vuoi guarirmi, prendi i soldi e compra le medicine prescritte dal dottore, e non dar retta alle cretinaggini che ti danno a credere gli altri".
Per tutta risposta il papà comincia a maltrattarla ancor di più, la offende dicendole che essa vuole "mangiare alle spalle dei genitori" e che le piace fare "la vita da signora", sfruttando la famiglia.

Di più, un mattino nonostante che Teresa avesse la febbre alta, il papà la strappa
dal letto. le sputa in faccia. le tira i capelli. e se ne va in campagna, dove si trattiene circa un mese senza tornare a casa, per non vedere Teresa. E quando torna, lo fa a condizioni di non mettere mai più piede nella stanzetta di Teresa...Che cose terribili!

A questo punto succede in Teresa una depressione così violenta, con notti in bianco, tra lamenti e dolori lancinanti, che ci fu un momento in cui. senza più ragionare, decise di svegliarsi in Paradiso e ingerì alcune compresse di cortisone che la fecero dormire per circa 26 ore di seguito. Fu un gesto irresponsabile e forse. più ancora. un gesto del tutto "strano", perché la ragazza pensava di svegliarsi in Paradiso, e quindi non aveva neppure la coscienza di fare un gesto che avrebbe meritato tutt'altro che il Paradiso. Si vede che Teresa era ridotta veramente uno "straccio".