MESSAGGIO ALLA CHIESA

Da “Teresa Musco (studio biografico)”
di P. Antonio Gallo OMC; cap IV pagg 51-60


... Ma quello che colpisce più d’ogni altra cosa è il dramma della Chiesa da lei vissuto fino allo spasimo: si rimane sconvolti e pensosi a leggere certe pagine e nasce finanche il dubbio che abbia potuto scriverle una ragazza della sua età.

Che lei dovesse molto soffrire per i peccati ed essere vittima riparatrice per tutti lo aveva ben capito; ma come riuscire a rendersi conto della sua immolazione a vantaggio dei sacerdoti? «Sono i miei figli prediletti» le diceva la Madonna con accorata frequenza, e queste parole collimano con le espressioni di Fatima e del Movimento sacerdotale mariano (che allora non esisteva).

«Salvami i sacerdoti dai loro peccati e santificali col mio dolore e lavali col mio sangue» implora (442). Si rimane col fiato sospeso. Capiva veramente la fanciulla la profondità ardita della sua richiesta? Non poteva essere presunzione la sua: «Bacio la terra dove passa un sacerdote» (584), confessa ingenuamente e quell’affettuosa implorazione «Salvami i sacerdoti» è indice di un ardore sovrumano assolutamente superiore alla sua età. Per strano che possa sembrare, tutte le visioni e le apparizioni e i fatti prodigiosi veri-ficatisi prima e dopo la morte di Teresa, hanno meno valore di questo messaggio costantemente insistito nel Diario.

Di tutte le sue parole, quelle che riguardano la Chiesa sono le più impressionanti,è soprattutto commovente quel “salvami!”; denota un’appartenenza affettiva, una partecipazione struggente alla dignità e alla missione sacerdotale assolutamente inedita per una bambina della sua età.

Leggiamo insieme qualche altra pagina: «Teresa, figlia del mio cuore, sono qui per confidarti una cosa che dovrai tenere solo per te fin quando voglio io. Vedrai molti cambiamenti nella Chiesa. Cristiani che pregano ne rimarranno pochi, molte anime vanno all’inferno. Pudore, vergogna non ci sarà più per le donne: satana si veste di esse per far cadere molti sacerdoti. Crisi comuni ci saranno nel mondo. I preti, vescovi, cardinali sono tutti disorientati, cercano di aggrapparsi alla politica per aiutarsi, ma ancora una volta sbagliano; il governo cadrà, il papa passa ore di agonia, alla fine io sarò lì per condurlo in Paradiso.

Una grande guerra succederà. Morti e feriti ce ne saranno tanti. Satana grida la sua vittoria e quello è il momento che tutti vedranno mio Figlio apparire sulle nubi, e allora giudicherà quanti hanno calpestato il suo sangue innocente e divino. E allora il mio cuore trionferà. Tieni per te tutto quanto ti ho detto, parlerai quando tè lo dirò io» (857-859).

Qui ogni parola ha un peso enorme, ogni rigo una rivelazione che atterrisce. Inaudita è la confidenza estrema della Madonna con una bambina di otto anni, non tanto per la sua novità - che nuova del tutto non è, come sappiamo - ma per la gravita del segreto confidato e che ci riguarda da vicino; inaudita la sostanza stessa del messaggio che coinvolge i vertici e la base della Chiesa; inaudita l’esattezza della previsione «cercano di aggrapparsi alta politica ma ancora una volta sbagliano». Tutto esige una pacata riflessione.

Queste parole recano la data del 20 maggio 1951, e se da un lato riecheggiano i messaggi di Fatima, dall’altro fotografano con qualche decennio d’anticipo la situazione attuale. Intanto come dubitare della sincerità, dell’ingenuità della scrivente? Che ne sapeva lei di tutti questi colossali problemi che agitano tuttora il mondo? La storia si scrive a distanza di decenni; è strano che lei la anticipi addirittura. È possibile una spiegazione? Ecco: se non temessi di passare per retore pedante, mi permetterei di ricordare quel «malvagio stile», deprecato da un poeta italiano, sulla ignava reità con la quale «virtù viva sprezziam, lodiamo estinta». Strano che non abbiamo nessuna difficoltà ad ammettere che un san Vincenzo Ferreri o, poniamo, un san Giovanni Bosco abbiano profetato qualcosa di catastrofico per il prossimo avvenire; ma se il profeta è troppo vicino a noi e le sue previsioni ci coinvolgono, allora le rifiutiamo, le respingiamo energicamente come sogni di visionari. Non ci sfiora neppure il sospetto che noi, proprio noi, personalmente noi, siamo chiamati a combattere il male e a collaborare per il bene nel preciso momento storico che attraversiamo. L’ingenua fanciulla scrive cose di fuoco, magari senza neppure capirle, e noi... restiamo nella nostra prudenza, nel nostro scetticismo, peggio, nella provocatoria derisione. Il Segneri, in una predica famosa, immaginava gli scherni di quelli che assistevano alla costruzione dell’arca di Noè, fulminandoli poi con la sua eloquenza alle prime piogge del diluvio. Non ci sarà più diluvio, sorride il benpensante. E chi ci assicura che non avvenga qualcosa di peggio? Hiroshima fu uno scherzo?

Non intendo giudicare; vorrei soltanto capire questo nostro tempo cosi pazzo, cosi pieno di orrori, e l’indifferenza dei responsabili. E responsabili siamo tutti. Polemiche a parte, l’ingenuità disarmante di Teresa è fuori discussione: questo è il suo messaggio, e chi può e vuole intendere, intenda. Altre pagine verranno conosciute col passare degli anni e infine sarà la storia a dire chi avrà avuto ragione. Si ha intanto la sensazione che tutto il messaggio di Teresa, intriso di alta spiritualità, di sconfinato amore alla croce e alla Madonna, di tenera comprensione per il prossimo sofferente, sia rivolto però in maniera quasi esclusiva alla Chiesa.

D’altra parte non può essere diversamente: è la Chiesa la destinataria di tutti i messaggi soprannaturali.
La Chiesa è la grande colonna che tocca il cielo, ma continuamente scossa dalle tempeste. «Trovandomi in Chiesa mi sento trasportata fuori di me stessa e mi trovo davanti un sacerdote che stava celebrando il Divino Sacrificio. E mentre celebrava ripeteva queste parole: la mia colonna della Chiesa non ha dove appoggiarsi. Mentre ripeteva le parole, ho visto la colonna la cui cima toccava il cielo, ma tanti erano gli scontri che riceveva che questa colonna non riusciva a star ferma, barcollava di qua e di là. Sulla cima della colonna vi era il santo Padre che con catena d’oro era sorretto, perché barcollava. Il sacerdote ha aggiunto: Io ti ho chiamato per dirti: vuoi tu essere la vittima per essere un piccolissimo sostegno per questa colonna in tempi così incorreggibili? Dapprima molti brividi lungo il corpo, ma poi subito ho detto: Sia fatta la tua volontà, ripetendo il Fiat. Angeli e santi con anime purganti mi hanno circondata tormentandomi con flagelli e tanti altri strumenti, e da prima il grande timore, ma poi quanto più soffrivo, più veniva il desiderio di soffrire. Gustavo il soffrire come un dolcissimo nettare» (1175 -1176).

Vittima della Chiesa, dunque? Francesco era ancora giovane quando apparve a Innocenze III con la spalla sua debole a reggere il Laterano pericolante. Teresa è addirittura una bambina. Sono questi piccoli e deboli che Dio sceglie a sostegno delta sua Opera: loro non ne hanno... colpa!

Leggiamo ancora: «Ore 12,05 del 13 agosto 1951. I giorni passano veloci, ma le visioni davanti a me diventano sempre più chiare. Avevo appena finito di recitare il S. Rosario, quando un gran tuono sento forte. Ero lì sulla terrazza a prendere un po’ di sole, perché il medico me l’aveva ordinato; ma ecco mentre stavo tutta tremante per il forte tuono, vedo che dal cielo scendeva una nuvola luminosissima piena di luce. Apertasi, da essa uscì la dolce Madonna che mi dice: Io sono la Madonna, Maria Immacolata, dal cuore ferito di lancia e flagellato, alla fine coronato e poi tanto calpestato. Figlia mia, io sono qui per dirti che il Padre (manderà) un grande castigo sull’intero genere umano, nella seconda metà del secolo. Sappi, figlia, che satana regna nei più alti posti. Quando satana giungerà alla sommità della Chiesa, sappiate che allora riuscirà a sedurre gli spiriti dei grandi scienziati e quello sarà il momento che essi intervengono con armi potentissime che è possibile distruggere gran parte dell’umanità, e neanche ora piangono i loro sbagli, perché la preghiera per molti non esiste più, e Dio Padre allora mostrerà ancora una volta la potenza del suo grande castigo, ma non lo farà ancora, aspetta che loro chiedono realmente perdono. Le spine che vedi intorno al mio cuore sono per riparare tante gravi colpe che si scagliano di continuo verso il cuore di mio Figlio. Figlia mia, chiedo a te d’offrirti per amore di Gesù e per riparare le colpe dei peccatori» (871 - 873).

Il testo continua con la visione spaventosa dell’inferno spalancato, del fuoco, dei demoni e delle anime dannate che Teresa non riesce a dimenticare. In un certo senso questo messaggio è ancora più grave del precedente, si parla addirittura di Satana che raggiunge la sommità della Chiesa. Che dire?

A volere analizzare e confrontare le parole di Teresa coi fatti e con le opinioni strampalate diffuse in questi anni di confusione, occorrerebbe uno studio forse proficuo ma estraneo al nostro scopo. Tuttavia quello che è successo e sta succedendo nella Chiesa è sotto gli occhi di tutti e sarebbe ipocrisia volerlo occultare. Una vastissima letteratura del «dissenso cattolico», un abbandono pauroso di sacerdoti dal loro stato di vita consacrata, la penuria preoccupante delle vocazioni, il disprezzo o almeno la carenza dello spirito di preghiera, l’attacco sistematico dei dommi fondamentali del cristianesimo e poi la pornografia, la corruzione, la violenza, il malcostume che imperversano nella vita e nei mezzi di comunicazione sociale sono sintomi e prove della decadenza prevista in anni ormai lontani dalla piccola Teresa. Né valgono contro questa follia collettiva i richiami del Papa, di alcuni vescovi, di scrittori responsabili, come Maritain, Urs von Balthasar o L. Bouyer(Cattolicesimo in decomposizione; Religiosi e preti contro Dio. Contro Dio, occorre sottolinearlo) a far mettere giudizio a tanti sventurati. Da un’altra angolazione: il proliferare delle armi più micidiali e scientifiche, la spaventosa ed enorme macchia di sangue che si dilata sul pianeta in Africa in America Latina, in Irlanda, nel Medio e nell’estremo Oriente, il sanguinoso estenuante capitolo della tragedia del Vietnam, non ancora conclusa a tutt’oggi1, le persecuzioni contro la Chiesa, aperte e sfacciate o subdole e volpine, sono fatti di un’eloquenza che nessuno si sognerà di negare; e che Satana faccia sentire il ghigno suo beffardo tra il vestibolo e l’altare è fin troppo noto. L’agghiacciante interrogativo del Vangelo va accolto con umiltà e serietà e chi è colpevole chieda subito perdono: «Credete voi che il Figlio dell’uomo quando tornerà troverà ancora fede sulla terra?» (Luca XVIII, 8).

Fede non cultura, non scienza; fede, non efficientismo: Fede, FEDE! «Tu ti trovi in una generazione molto ma molto difficile, nella quale vogliono tutto spiegarsi scientificamente e non pensano di dare un po’ di calore, un po’ d’amore anche per i più poveri» (1185/86). «Dal 1972 comincerà il tempo di Satana e il tempo delle grandi prove. Figlia, si è in un momento molto delicato, i cardinali si opporranno ai cardinali, i vescovi ai vescovi; fra di loro non c’è amore e tanti figli prediletti si trovano senza amore e sono sbanditi (smarriti?), non sanno più come prendere le anime ma non arrivano alla preghiera» (1171).

I brani incandescenti si potrebbero moltiplicare per un numero immenso di pagine e se qualcuno vorrà, in seguito, potrà scrivere tutto un volume col titolo che io ho dato a questo sofferto capitolo. Non insisterò, ma neanche posso omettere queste altre parole: «Oggi 1° gennaio 1952, età di nove anni. Voglio dirti che il mondo è così cattivo. Sono apparsa nel Portogallo dando messaggi e nessuno mi ha ascoltata... Io voglio parlarti, (voglio dire) anche a te del terzo segreto che diedi a Lucia, a Fatima, e ti dirò che da tempo è stato letto ma nessuno si è pronunciato Desiderano tenerlo per loro soli, nessuno si pronuncerà a leggerlo in pubblico se non viene Papa Paolo VI. Col passare del tempo il papa comunicherà a tutti. Si recherà da Lucia alla quale dirà: da tanto tempo aspettavo questa visita, e il Papa le scopre il volto. Ma questo Papa chiederà preghiera e penitenza a tutto il mondo perché non osa parlare, perché è spaventoso»... (364 - 365).

Leggiamo attentamente la data -1° gennaio 1952- quando Teresa scrive queste parole, e riflettiamo. Di Paolo VI non si poteva sapere proprio nulla. «Figlia mia, quando saranno passati ancora anni e leggerai queste parole, vedrai che con tutto il tuo entusiasmo vorrai precipitarti a mettere a galla la verità, ma i sacerdoti a te vicino non ti imporranno altro (che) di tacere. Come il tuo confessore spirituale Don Borra ti dirà che lui teme molto di sbagliare e ti dirà che è incapace. Non è lui ma il popolo che si sbizzarrisce sempre di più. Poi verrà un altro Parroco dei dintorni di Caserta, proprio di Castel Volturno, lui ti dirà che non è possibile perché non è degno di toccare con mano. Il suo nome è Francesco Amico» (366 - 367).

Tacere, timore di sbagliare, essere incapace, non essere degno: è la trafila per la quale passiamo tutti noi uomini molto «prudenti». Si scrivono le cose più assurde e stomachevoli, si attacca la Chiesa, si deridono i dommi, si ridicolizza la morale, si reclamizzano queste cose a suon di miliardi, e noi... noi siamo «prudenti»! Ma proseguiamo: «È apparsa di nuovo la Mamma celeste che dice, prendendo le mani del Figlio. Piangendo gli ha detto: Figlio, fa che il mondo si converta; sono figli tuoi. Gesù ha detto: «Mamma, la popolazione è pazza. Figlia mia, prega affinché quando verrà fatto il gesto per ammazzare il papa, venga (cada) in fallo» (372 - 373).

Oggi sappiamo, dopo l’attentato di Manila e altri, che la visione di Teresa - la quale parla di Paolo VI, ricordiamolo ancora, fin dal 1952 - ha ricevuto piena e angosciosa conferma. Oggi sappiamo anche dell’altro, dopo la pubblicazione di libelli diffamatori contro Paolo VI, dopo la divulgazione di organi di stampa (cito solo «Il Settimanale» del 24 novembre 1976 col titolo: “C’è un complotto contro Paolo VI”) quanto Teresa abbia visto lontano e quanto ne abbia sofferto.

Intanto notiamo che il coro multanime, levatesi dal mondo intero ad ammirare Paolo VI nel giorno della sua morte, ha segnato qualche resipiscenza da parte di alcuni giornalisti che avevano tentato d’infangare la sua veste bianca negli anni passati. Senno di poi o rimorso inoccultabile? Non sappiamo. La storia avrebbe tante cose da insegnare; mancano i discepoli.

Ma leggiamo ancora: «Ci sarà uno sconvolgimento immaginario (straordinario) in Sicilia» (373) e «nel 1971 nel mese di maggio il popolo va a guardare il fuoco che scende e, come se stessero a guardare il teatro, battono le mani» (374). Il terremoto del Belice e l’eruzione dell’Etna hanno certo spiegazioni scientifiche: peccato che nessuno scienziato seppe prevederli o scongiurarli o avvisarci in tempo utile.

Terminiamo queste angosciose pagine. «13 settembre 1950. Vedo la Mamma celeste, molto triste in questo momento, che mi appare e dice: Figlia mia, è da tempo che il mio diletto Figlio chiama il popolo del Friuli, ma loro gli girano le spalle; ma presto su di loro ci sarà la mano del Padre; io non posso più tenergli il braccio. Cose spaventose sono già state segnate da Dio» (808). Quante centinaia di scosse di terremoto ha subito il Friuli? Non lo so; chiediamolo ai giornalisti esperti. Questo so: che è scandaloso parlare oggi di «castighi di Dio». Si offendono i fedeli e anche i teologi. La Bibbia, quella che S. Girolamo definiva la «Lettera di Dio agli uomini», per molti, non ha più quel valore storico che avevamo ingenuamente creduto nel passato, anche se archeologi e scienziati scrivono libri dal titolo: «La Bibbia aveva ragione» o «La Bibbia ha detto il vero»; ma forse non ha più neppure valore come libro di fede! e i «castighi», in essa descritti sono... generi letterari!

Sacerdoti, miei fratelli e «figli prediletti» di Maria, io invidio la fede della vecchierella, quella che invidiava san Bonaventura. Non siamo noi gli «uomini di Dio», i «maestri della fede», i «maestri della preghiera»?

Il Movimento sacerdotale mariano non sembra aggiungere nulla di nuovo, si direbbe, a quanto questa bambina sta ripetendo da anni lontani, anche se con uno stile più prudente. Prudenza o no, è comunque da rilevare, a nostro conforto e incoraggiamento, che se il demonio agisce, e magari con grande fracasso e ben foraggiata pubblicità, la Madonna veglia sulla Chiesa e sui sacerdoti con affettuosa sollecitudine, sempre in attesa del risveglio delle coscienze.

I suoi appelli cercano le vie del cuore più che quelle dell’intelligenza. Mi pare che Teresa, nella sua ingenuità e innocenza, sia lei stessa, nella sua persona e nella sua vita, un’ardente risposta di generosità ai richiami di Maria, quasi un incoraggiamento a rispondere subito anche noi.

1) Sui «castighi di Dio» la teologia attuale è molto più cauta che nel passato: si preferisce guardare alla misericordia e all;amore, anziché alla giustizia di Dio; si preferisce il Nuovo al Vecchio Testamento. È giusto. Ma possiamo dimenticarci che il Vecchio Testamento è anch’esso Parola di Dio? Del resto non mancano nel Nuovo minacce e castighi. E poi, tutti i richiami della Madonna in questi ultimi secoli, con l’annuncio e le previsioni di catastrofi, di «castighi» insomma, non sono anch’essi segno di amore e di misericordia? Infine, l’inferno è o non è un castigo? Ed è forse pensabile qualcosa di peggio?

Trovo un interessante capitolo sui «castighi di Dio» nel volume di A. Di Monda: “Ombre e luci nel mondo d’oggi» (p. 371 ss.) ed è uscito recentemente un bel libro di G. Manzoni: Riparazione, mistero di espiazione e di riconciliazione. E.D. Bologna.

Intanto non è superfluo ricordare che l’enciclica di Giovanni Paolo II “Dives in misericordia” del 30 novembre 1980 richiamava questi concetti e l’attentato del 13 maggio 1981 — previsto da Teresa in estasi come l’ha documentato Don Franco Amico — è un “segno”, un avvertimento di proporzioni enormi per il nostro tempo.

 


TERESA MUSCO

(1943-1976)


teresamusco.it è il sito ufficiale su Teresa Musco
 

 

 

PRESENTAZIONE

Introduzione

 

PROFILO BIOGRAFICO
Visse la Passione di Cristo con Maria
di P. Domenico Mondrone
(da «I Santi ci sono ancora»)

Visse la Passione di Cristo con Maria
Inizia i primi passi con Maria
Tu un giorno sarai come me
Colui che più feriva il suo cuore
Anche in mezzo a una strada c’e Dio
Verso il "Consummatum est"

 

MESSAGGIO
Messaggio alla Chiesa
di P. Antonio Gallo OMC
da "T. Musco (studio biografico)"
cap IV pagg 51-60

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VOCAZIONE

Anima Sacerdotale
La Fonte della Santificazione Sacerdotale